Daniel Lumera

Chi si ferma è perduto? Una nuova educazione alla gentilezza (VIDEO)

“Chi si ferma è perduto. I bambini imparano prestissimo una lezione di fondamentale importanza e la imparano giocando ai videogiochi: niente li ucciderà più rapidamente dello stare fermi”.

Questa una frase molto popolare sui social in tempi non sospetti, quando il COVID-19 ancora non era all’orizzonte.

Se avete mai giocato o visto giocare vostro figlio o vostro nipote a uno dei tanti videogiochi, avrete notato che quando ti fermi accade qualcosa e gli avversari iniziano immediatamente a cercarti, a superarti, a metterti in una posizione di svantaggio o addirittura vieni ucciso.

Avviene sempre qualcosa di “brutto” quando ti fermi. I bambini da questa dinamica imparano presto che è necessario muoversi, fare qualcosa ed essere in costante frenesia per sopravvivere. Sempre pronti alla mossa successiva qualunque essa sia, pur di non restare fermi e perdere.

Questo se da un lato è stimolante perché ci insegna come stare in un flusso, come scorrere attraverso tutti gli avvenimenti, dall’altro è molto limitante.

Non sto parlando di insegnare ai bambini o agli adulti a stare fermi, che può essere associato a una sensazione di immobilità, di castrazione, di incapacità di esprimersi, ma proprio all’essere fermi.

Essere fermo, quando arriva la crisi, la paura e le ondate di sconforto.

Saldo mentre l’uragano vortica intorno a te significa entrare nel centro dell’uragano dove tutto è quieto senza lasciarsi assorbire e trascinare.

Questo dà un enorme vantaggio, perchè ti permette di guardare, osservare, ascoltare ciò che accade da una prospettiva completamente nuova e iniziare a riconoscere e comprendere pensieri, emozioni e stimoli che creano sofferenza, paura, ansia e rifiuto ritrovando quella condizione naturale di quiete propria dei bambini che si tradurrà poi in un essere saldi durante le turbolenze dell’adolescenza divenendo adulti integri nei valori e con un profondo senso di identità.

Per questo serve una nuova educazione alla consapevolezza, all’ottimismo, alla felicità fin da bambini.

Ancora più di prima, in questo periodo abbiamo visto che quando tutti i i riferimenti esterni crollano l’essere umano insoddisfatto cerca di bilanciare attraverso esperienze di compensazione mediante surrogati ed espedienti esterni come i videogiochi, internet, le sostanze stupefacenti, relazioni che creano dipendenza e sessualità distorta.

Da dove ripartire allora? Come educare i nostri figli, nipoti, studenti a quei valori così fondamentali oggi?

Diverse risposte a questa domanda le troviamo nel libro che nasce dall’incontro tra scienza e coscienza “La Biologia della Gentilezza” edito Mondadori in uscita il 3 Giugno.

 

 

 

Attraverso questo libro Daniel Lumera, autore bestseller e riferimento internazionale di scienza del benessere che da anni studia l’impatto della meditazione sulla salute fisica e interiore insieme alla scienziata Immaculata De Vivo, epidemiologa della Harvard Medical School e una delle massime esperte mondiali di genetica del cancro ci accompagnano alla comprensione della gentilezza come valore che va ben oltre il significato comune di buona educazione.

La Biologia della gentilezza” racconta ed espone l’importanza della Gentilezza come valore sociale che crea senso di appartenenza senza alcun bisogno di ricorrere ad una comunicazione verbale violenta, di creare competizione o di farsi dei nemici.

La biologia dei valori vuole dimostrare che, dati ed esperienze alla mano, non è il più forte sul piano fisico, mentale ed economico, ma il più gentile a essere maggiormente adatto al cambiamento e alla sopravvivenza su questo pianeta.

 

La biologia della gentilezza esplora l’impatto biologico, vitale, emotivo, mentale, sociale e spirituale di 5 valori: gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine e felicità. La gentilezza risulta essere la strategia evolutiva migliore per vivere a lungo, in salute e felicemente.

 

Ecco, quindi, cosa accade se ci educano ed educhiamo con e alla gentilezza e attraversando il ponte che unisce i saperi delle antiche tradizioni millenarie alle evidenze scientifiche moderne.

La Biologia della Gentilezza” ci mostra le nuove frontiere di salute e benessere e fornisce strumenti e strategie di salute e longevità attraverso i 6 pilastri del benessere: relazioni felici, alimentazione, meditazione, movimento fisico, musica e contatto con la natura.

Un libro che diviene anche un manuale pedagogico di educazione alla gentilezza attraverso il quale apprendere come un cambiamento in termini di consapevolezza nel proprio mondo interiore influisca positivamente su:

  • parametri biologici
  • DNA,
  • benessere,
  • salute e longevità,
  • qualità delle relazioni
  • e dei processi sociali.

 

Coltivare e sviluppare i 5 valori proposti in questo libro non è più, quindi, una questione solo morale, etica o sociale, ma anche un imperativo evolutivo imprescindibile.

 

 

 

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Per contattarci: info@danielumera.com

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